L’alimentazione degli Italiani dall'età moderna ai giorni nostri
La storia dell’alimentazione in Italia raccontata come “segno” che permette di seguire lo sviluppo economico italiano e la differente partecipazione ad esso delle classi sociali.
Sino al Novecento sono infatti esistiti in Italia due distinti regimi alimentari: quello dei ricchi e quello dei poveri; due alimentazioni diverse non solo per le differenti possibilità economiche ma anche per una sorta di auto-convincimento che conduceva ad esempio le classi popolari a consumare pane di mais anche negli anni in cui il prezzo del mais non era molto differente da quello del frumento, nel convincimento che il pane di granturco era più adatto a quelli che gli studiosi di quegli anni definivano i "robusti stomachi" dei contadini.
Il lavoro illustra i mutamenti che avvennero nel Settecento, nell’Ottocento e dopo l’unificazione, con l’incidenza dell’emigrazione – specie di quella transoceanica – e in minor misura della leva obbligatoria sul miglioramento della dieta e più in generale sull’evoluzione di altri aspetti del vissuto quotidiano.
Racconta poi la penuria alimentare che contraddistinse gli anni delle due guerre mondiali e l’intervallo tra esse.
Infine, sono descritti i radicali mutamenti che avvennero nel campo alimentare con l’espansione industriale del secondo dopoguerra, l’aumento dei consumi e le migrazioni interne.
Accanto al cibo, sono illustrati altri argomenti strettamente legati all’alimentazione: la salute (il mutamento dello sviluppo fisico e delle principali cause di morte collegate ai cambiamenti nell’alimentazione), l’evoluzione delle frodi alimentari (da quelle realizzate dai panettieri e viticoltori di paese a quelle delle multinazionali), l’utilizzo dei mass media da parte delle multinazionali per sollecitare nuovi bisogni alimentari.